Perche fidarsi della scienza by Naomi Oreskes

Perche fidarsi della scienza by Naomi Oreskes

autore:Naomi Oreskes [Oreskes, Naomi]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Che cosa serve per produrre conoscenze affidabili?

Ci sono molti modi in cui gli scienziati possono non rivelarsi all’altezza dei loro stessi standard, ma anche molti modi in cui gli standard prefissati si rivelano inutili, incompleti, inadeguati o inappropriati per una particolare situazione. Credo comunque che, fra i casi esaminati, possiamo raccogliere alcuni temi comuni: (1) consenso, (2) metodo, (3) evidenza, (4) valori e (5) umiltà.

Consenso

Nel primo capitolo abbiamo visto che storici, filosofi e sociologi hanno finito per concentrarsi sul consenso scientifico perché non esiste un criterio indipendente con cui misurare il sapere scientifico. Non possiamo identificare la scienza con un unico metodo. Possiamo soltanto distinguere le affermazioni scientifiche dalle altre in base alla loro provenienza, vale a dire al modo in cui sono state accettate e da chi. I fatti scientifici corrispondono alle tesi sulle quali gli scienziati sono giunti a un accordo.

Alcuni scettici hanno usato questa conclusione per screditare la scienza contemporanea, asserendo che anche l’eugenetica aveva incontrato consensi, così come il rifiuto della deriva dei continenti.182 A loro parere, questo proverebbe che il consenso scientifico non basta per pretendere la nostra fiducia ed è un fondamento traballante sul quale poggiare le proprie decisioni. Ma si sbagliano: gli scienziati non concordavano sull’eugenetica o sul rifiuto della deriva dei continenti. Gli studiosi di scienze sociali, i genetisti socialisti e alcuni genetisti più tradizionali criticarono l’eugenetica; e il rifiuto della deriva dei continenti fu una posizione prettamente americana (la maggior parte degli europei sospese il giudizio, che è una cosa diversa). Non vi era consenso nemmeno sulla teoria dell’energia limitata, sulla pillola o sul filo interdentale. I ginecologi apprezzavano la pillola per la sua efficacia; gli psichiatri erano preoccupati degli effetti collaterali sulla salute mentale. Dagli studi epidemiologici a breve termine non è emersa un’evidenza empirica sostanziale a sostegno dei benefici del filo interdentale, ma quasi tutti i professionisti li hanno rilevati. E importanti medici donne avevano messo in luce le ovvie debolezze della teoria dell’energia limitata.

Una scoperta cruciale emersa dunque dall’indagine storica condotta su questi episodi è che in tutti i casi si riscontra un importante e significativo dissenso su basi empiriche all’interno della comunità scientifica. Le dispute all’interno di comunità scientifiche che superano le distanze geografiche, di disciplina o di altro tipo dovrebbero richiamare la nostra attenzione. Lo scontro può nascere tra due diversi tipi di esperti scientifici in merito a un argomento comune – psichiatri e ginecologi – o tra due diversi tipi di persone – medici maschi e femmine – o ancora fra scienziati che operano nel medesimo campo, ma che hanno alle spalle presupposti e valori diversi. Discussioni del genere nascono perché gruppi differenti di scienziati pongono l’accento su dati differenti, ne evidenziano aspetti diversi o introducono valori e presupposti diversi nella loro interpretazione dell’evidenza.

Il consenso scientifico è raro, e di questo non ci si rende sufficientemente conto. Quindi, in qualsiasi dibattito è fondamentale capire se il consenso degli esperti prevalga o meno. In un mio articolo del 2004 ponevo la seguente domanda: esiste un consenso



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